Valentino Mercati risponde a Roberto Bassi

Di seguito la risposta del Cav. Valentino Mercati al Prof. Roberto Bassi

Gentilissimo Professor Bassi,

Mi fa molto piacere che la proposta di aprire un dibattito scientifico sul tema degli OGM sia stata da Lei accolta e, pertanto, fin da adesso la invito a seguire i contributi che il mondo scientifico ed economico vorranno apportare al sito www.liberidicoltivare.it. Ritengo, fin da ora, che anche questo intervento possa essere reso pubblico quale utile contributo.

Nel merito della tesi da Lei sostenuta “le piante OGM resistenti agli erbicidi riducono il loro uso in maniera significativa”, Le invio le mie controdeduzioni e, essendo un tema da dibattere, spero nel contributo di altri interventi.

Il ricorso continuato all’erbicida verso il quale la pianta modificata è resistente (anche qualora fosse, come Lesi sostiene, ridotto nel caso di colture GM) determina la comparsa di piante infestanti resistenti a loro volta agli erbicidi. Sono stati già segnalati casi di colza super infestante, resistente agli erbicidi Roundup, Liberty e Pursuit (MacArthur, 2000).

E’ interessante, al riguardo, ricordare il caso dell’erba medica per la quale fu proposta una varietà GM in cui era stata introdotta la tolleranza all’erbicida Roundup. Dopo l’approvazione del 2005, la coltivazione fu interrotta (due anni dopo) negli Stati Uniti, dopo che la Corte di san Francisco aveva imposto l’esame del rischio connesso all’induzione della selezione di piante infestanti resistenti riconducibile dall’uso di quantità sempre crescenti di glifosato. Nella sentenza il giudice sancì che tale tipo di contaminazione rappresentava un danno ambientale irreparabile. Il giudice rilevò, inoltre, un’adempienza da parte dell’USDA (il Dipartimento dell’Agricoltura americano) per non aver preso in debita considerazione il rischio di contaminazione a carico delle colture convenzionali e biologiche. Come evidente, anche la presunta diminuzione del ricorso all’erbicida da lei ipotizzata,  si configura in realtà come un incremento  procrastinato nel tempo del ricorso a molecole erbicide capaci di contrastare infestanti sempre più tenaci.

Dal punto di vista pratico, in realtà, la situazione è diversa. Non si può trascurare che, come ampiamente documentato dal Rapporto “Impacts of Genetically Engineered Crops on Pesticide Use in the United States: The First Thirteen Years” (pubblicato nel 2009 da Charles Benbrook), l’uso di piante GM ha come conseguenza l’aumento del ricorso agli erbicidi. Nello specifico, lo studio evidenzia come tra il 1996 e il 2008 nelle aree coltivate con soia e mais transgenici, l’uso di erbicidi sia incrementato in modo considerevole.

Non si può trascurare, inoltre, che fenomeni di resistenza sono indotti anche sugli insetti: il ricorso a piante modificate per essere resistenti agli insetti ha determinato, infatti, la resistenza alla tossina Bt negli insetti target. Un evento, questo, già previsto dalle aziende produttrici che consigliano la predisposizione di “zone rifugio per gli insetti”, porzioni di terreno, cioè, da coltivare con varietà non transgeniche della stessa coltura al fine di creare delle fasce in cui gli insetti divenuti resistenti possano incrociarsi con altri ancora suscettibili al Bt e ritardare nel tempo lo stabilizzarsi di colonie di insetti resistenti.

A riprova di quanto affermo, Le evidenzio quanto riporta lo stesso sito della Monsanto: “To help reduce the risk of insects developing resistance to B.t. technology, farmers are required to plant a separate structured refuge in their fields.”

Gli spunti di riflessione sugli OGM sono numerosi e abbracciano tematiche ecologiche, economiche, etiche senza dimenticare l’aspetto legato alla salute umana. Tutti argomenti sui quali confido possa aprirsi un dibattito importante per il livello dei contenuti e rispettoso delle opinioni.

Vista la qualità del suo intervento, la invito a fornire contributi anche sulle cose che, secondo lei, hanno “una spiegazione semplice ed immediata per chi abbia studiato professionalmente la biologia delle piante e degli ecosistemi”.

Cordiali saluti,

Cav. Lav. Valentino Mercati
Presidente Gruppo Aboca

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